Siamo tutti alla ricerca di un equilibrio, un centro di gravità permanente, una stabilità che ci renda felici e appagati. Ma la stabilità non può prescindere dalla stasi, essa non è una condizione possibile in un mondo in continuo cambiamento, panta rei, tutto scorre e tutto cambia.
L'equilibrio sta nell'assecondare il movimento, come quando si è passeggeri in moto, l'equilibrio è la compensazione del rollio sui flutti, è la reazione all'azione.
L'acqua fa un poco così, secondo Lao Tzu, asseconda le anse del fiume, si adegua al suo contenitore, essa non si ribella.
Tuttavia, complice senz'altro, la mia ignoranza in quanto a Taoismo, non so se il filosofo coevo di Pitagora ci avesse preso. L'aqua si adegua, cerca scappatoie, ma nella sua marcia verso il basso è anche insofferente e incontenibile, capace di scavare la roccia, modellare i paesaggi e spazzare via tutto quando qualcosa gli si mette di traverso.
Non so in tal senso se essa non lotta mai, forse fa solo quello che la sua natura le comanda, senza sforzo, senza lotta.
Ecco le parole di Lao Tzu:
L'acqua vince su tutto perché non lotta mai. Scende verso il basso che tutti disprezzano, perciò è vicina al Tao
Lao Tzu
In questi tempi bui forse dovremmo assecondare la nostra essenza e farla fluire nel mondo come acqua, attraverso l'azione, disinvolta e inarrestabile, indirizzata e agile, paziente e incontenibile.
Sembra un concetto vago e difficile da tradurre, riporto la definizione che trovo oggi su Wikipedia.

